lunedì 14 giugno 2010

I SHALT BECOME - Poison


Informazioni
Gruppo: I Shalt Become
Anno: 2010
Etichetta: Moribund Records
Autore: M1

Tracklist
1. Like A Lamb To The Slaughter...
2. Black Swan Events
3. Harlow's Vertical Chamber Apparatus
4. No Quarter At The Somme
5. Ghosts
6. Leaving Watership Down
7. The Swarming Of The Locusts
8. Doubt
9. The Finest Cut Of The Scalpel
10. Absolve Me

DURATA: 55:09

Il filone del black metal di matrice americana nel corso del tempo ha raggiunto una propria autonomia grazie al lavoro fra gli altri di gruppi quali Xasthur e Leviathan, la one-man degli I Shalt Become si colloca in questo ambito, quello di un depressive black metal nel quale però un ruolo importante è rivestito dalle tastiere. E' così infatti che alle classiche atmosfere opprimenti evocate su ritmiche fortemente cadenzate e dilatate di stampo doom e chitarre laceranti si associano synth dagli umori variabili, talvolta quasi epiche (in senso lato, sia chiaro), altre maestose oppure ancora dissonanti grazie alle "sfuriate" di archi e violini.

L'album si rivela estremamente compatto, un unico monolite che ha il compito di avvelenare, così come da titolo, l'animo dell'ascoltatore passo dopo passo, minuto dopo minuto sino al termine dei cinquantacinque minuti di durata. Se l'opener "Like A Lamb To The Slaughter" non è che un assaggio, una pillola di quanto incontreremo vista la durata ridotta, è a partire dalla coppia formata da "Black Swan Events" e "Harlow's Vertical Chamber Apparatus" che si deliano più chiaramente le coordinate degli I Shalt Become. In "No Quarter At The Somme" possiamo apprezzare gli archi già citati muoversi furiosi e indomabili mentre "The Finest Cut Of The Scalpel" è la più pregna di malinconia e depressione pur non rinunciando del tutto alla tensione sinfonico/orchestrale che scorre per tutto il disco. Mosca bianca del lotto appare invece "The Swarming Of The Locusts" che si muove su ritmiche più vivaci pur non avvicinandosi mai agli eccessi estremi tipici del black scandinavo.

Sfortunatamente la formula adottata in "Poison" pare mostrare la corda col passare dei minuti quando subentra una certa prevedibilità di alcune formule e si inizia ad accusare il minutaggio elevato ma se ciò da un lato impedisce al disco di spiccare completamente il volo, dall'altro non può comunque oscurare l'ottimo lavoro di Mr Holliman, abile fra l'altro nel gestire uno screaming che si adatta ottimamente al contesto sonoro, risultando un ulteriore strumento a disposizione. Nel complesso quindi un lavoro che potrà interessare gli amanti delle sonorità black made in USA.

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