lunedì 5 luglio 2010

ARS ODIENDI - Nothing But Weeping Grave Ruins


Informazioni
Gruppo: Ars Odiendi
Anno: 2008
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/arsodiendiband
Autore: Akh.

Tracklist
1. Intro
2. The Gloomy Sense Of Death
3. Necrocult
4. Dark Wounds
5. Bringer Of Human Genocide

DURATA: 19:43

Mi ritrovo fra le mani il demo degli Ars Odiendi per uno scambio effettuato fra le parti, dico la verità, non conoscevo questo gruppo campano, ma appena arrivato il materiale l'impressione era che mi sarei imbattuto in un gruppo alfiere di un certo tipo di Bm nero ed ancorato alla matrice più tradizionale.

L'intro è composto da un arpeggio distorto su cui il gruppo marca lentamente una marcia funebre in cui si evidenzia immediatamente che tutti gli strumenti (seppur il suono non risulti cristallino, per fortuna) hanno risalto e una posizione precisa nel ricreare il suono, da tenere in considerazione quanto il basso incida nel dar vita all'atmosfera catacombale e pregna di pece di tutto il lavoro.

La produzione, buona ma sanguigna, evidenzia molto bene l'anima che ritrae un combo dalle forti spinte old style ma che ha in sè anche influenze Death e proto Death anni '80 (alcuni oggi direbbero con mio sdegno Thrash), tali influenze si manifestano immediatamente con "The Gloomy Sense Of Death" ma anche con la conclusiva "Bringer Of Human Genocide" in cui mi si è risvegliato un certo sapore antico, nel quale percepisco venature dei primi Necromass (epoca "Connected Body..." e "Bhoma") sia per riffing utilizzato, sia per l'utilizzo del growl da parte di Ultragore (anche se ogni tanto affiorano tonalità piu inclini al brutal ed al gore) che comunque ben riesce ad abbinare ad uno scream asciutto e ficcante.
Due canzoni che sicuramente si fanno apprezzare appunto per avere in sè un richiamo (seppur più ammodernato) al periodo in cui la musica estrema aveva sentori più blasfemi ed ancestrali, oserei dire più bestiali, in cui la nostra penisola aveva buoni esponenti, basti vedere appunto i sopracitati Necromass, Handfull Of Hate, Opus Malefici, Dungeon e compagnia varia.

"Necrocult" possiede una dose lievemente più melodica, ma senza invocare una certa Scandinavia, anzi rimarcando ulteriormente che il suono di questo lavoro si radica nei primissimi anni '90, i vari brani hanno tutti buone strutture e il riffing ha soluzioni varie che in molti aspetti si fanno apprezzare come nel caso di "Dark Wounds", brano dall'incedere più cadenzato e maggiormente votato ad incorporare un manto peso e scuro che comunque non disdegna qualche variazione sul tema includendo accelerazioni e stacchi più melodici e morbosi.

Un demo valido nella sua proposta, sincero e ben congeniato, dal sapore incontaminato di una scuola neramente italica.
Per chi non considera il Bm come unica prerogativa di certe nazioni. Consigliato!

Aristocrazia Webzine © 2008. Design by :Yanku Templates Sponsored by: Tutorial87 Commentcute