lunedì 6 giugno 2011

THE LOVING TONGUE - Shadows Of Innocence


Informazioni
Gruppo: The Loving Tongue
Anno: 2009
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/thelovingtongue
Autore: Mourning

Tracklist
1. Tears Of A Unicorn
2. Say That You Run
3. Temple Of Love
4. Written In The Stars
5. Marching On
6. Eliza
7. Lady Of All Seasons
8. Will You See Heaven
9. Look Out Jack
10. Heaven And Hell (Black Sabbath cover)
11. Mozart Blues
12. She Drinks The Darkness
13. Queen's Lament
14. Hard One To Love

DURATA: 01:16:11

Sono anni ormai che ho rivalutato la mia posizione sull'heavy metal, nel periodo dell'adolescenza ero uno di quelli che non amava particolarmente il genere, suppongo che l'istinto e forse la voglia di andare oltre venisse ben ripagato dai settori più estremi, con l'avanzare degli anni ho però trovato quel feeling che mancava, ho iniziato a provare un amore sincero verso le radici del metal che è uno dei punti cardine della mia vita.
Gli australiani The Loving Tongue sono la risposta ai tanti gruppi heavy che viaggiano oggigiorno su velocità stratosferiche, produzioni iperpulite e forzature di clichè a valanga.
Attivi dalla prima metà degli anni Novanta, è solo con l'ultimo "Shadows Of Innocence" che ho avuto il piacere di conoscere la loro musica, un misto fra anni Settanta e Ottanta di heavy/prog a cui una forte componente teatrale legata alla prestazione dietro il microfono del cantante e chitarrista Jimmy Petkof dona un fascino particolare.
L'album racchiude in sè settantasei minuti di musica, è una prova alquanto dinamica, i The Loving Tongue non amano fossilizzarsi, hanno parecchie frecce al loro arco e le influenze del background che li ha allevati sono riconoscibili e più che piacevoli incastonate in brani che passano dalla NWOBHM a King Diamond, dai Rainbow ai Manowar brillando di luce "classic" che di più non si può.
L'opener "Tears Of A Unicorn" è una solida rappresentante di ciò che ho enunciato nel rigo più su, lavoro di riffing prestante, melodia a go go, sound retrò molto seventies come origine, il biglietto di presentazione è di quelli che ti fanno star bene, se poi ci trovi a seguire una "Say That You Run" che ti fa dire "siam sicuri che non l'abbia scritta Blackmore 'sta qui?, è la conferma che avremo tanto di buono d'ascoltare.
Immagino alcuni vecchi defenders, amici ultraquarantenni, che al suono di una ballad come "Written In The Stars" sentiranno l'orologio biologico andare indietro impazzito di oltre un ventennio, aumentando il volume per "Marching On" fiera, marziale, minacciosa al pari dei Manowar che furono potrebbe venire voglia di alzare il pugno contro il cielo e che dire delle passionali tinte folkloristiche di "Eliza" o della buonissima prova di Jimmy in "Will You See Heaven", la sua voce riporta alla mente un paio di singer noti, non vi svelo chi sono, ascoltatela, sarà abbastanza semplice arrivare ai nomi.
Per quanto in tracklist molti episodi possiedano un taglio ben definito e apprezzabile soprattutto dagli "aficionados" di certe sonorità, la spinta fornita da "Look Out Jack", canzone che vede a guida del comparto vocale il bassista Big Tom Petkoff fa assumere una forma Motorhead oriented inaspettata ma che sa il fatto suo. Poteva poi mancare il tributo alle divinità? Non sia mai, quindi via una più che discreta versione del classicone "Heaven And Hell" dei Black Sabbath con Ronnie.
Pensate ai The Loving Tongue come a degli amici, una band fatta per suonare, vivere e interpretare gli anni che hanno fatto grande il metal dando il loro apporto personale, sono dei buoni musicisti e anche la produzione in "Shadows Of Innocence" non è per nulla male, il complesso è sicuramente positivo.
Dischi di questo tipo sono la riprova che il Metal ha ancora un'anima genuina e verace che sopravvive al business, alle mode o a qualsiasi forma di svendita della propria essenza, se siete alla ricerca di ciò, questi australiani fanno decisamente al caso vostro.

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