lunedì 30 gennaio 2012

DEVINO G - Pleasure

Informazioni
Gruppo: DeVino G
Titolo: Pleasure
Anno: 2011
Provenienza: Padova, Veneto, Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: Facebook - Myspace
Autore: Bosj

Tracklist
1. Chanson Demotivé
2. World In Progress
3. Rocket One
4. Hate
5. Falling Down
6. Povera Patria
7. Dedicato
8. Leave Me Alone
9. Pleasure
10. Lost In Thought

DURATA: 48:42

Diamo il benvenuto ai DeVino G, trio del nordest dal tono grunge, con opportune spruzzate di stoner rock e sfumature alla Tool.
Primo lavoro sulla lunga distanza, il loro "Pleasure", disco totalmente e fieramente autoprodotto, strizza l'occhio (e pure la mano) ai vari Soundgarden, Pearl Jam, Kyuss e derivati, i già nominati Tool e tutto il novero di band più o meno note della scena del Nordovest e più ampiamente della West Coast USA.
Se da un lato, anche un lato ben nutrito, potranno arrivare voci di dissenso per la proposta, datata e ormai piuttosto arida di nuove esperienze, dall'altro è impossibile non notare come il calderone grungy e desertico goda di questi tempi di nuova vita, grazie al proliferare di acts validi e dedicati in ogni angolo del globo o poco meno. I DeVino G decidono quindi di imbarcarsi su un transatlantico rodato e collaudato, ed è bene premettere che lo fanno con cognizione di causa e mano salda.
Sì, il repertorio di genere è tutto rintracciabile nei tre quarti d'ora abbondanti di musica dei Nostri e non c'è nessuna invenzione né innovazione che faccia gridare al miracolo, ma non importa, non c'è di che lamentarsi quando un pezzo come "Hate" vede la penna di Chris Cornell e della sua compagine comparire tra le partiture dei suoi riff. Lo stesso può dirsi per la successiva "Falling Down", che ha nelle vene anche soluzioni più commerciali, ad ogni ascolto la ricollego alle atmosfere di "Natural Selection" dei Fuel, soprattutto a "Down Inside Of You".
Le dieci cartucce vengono sparate dal lettore dimostrando le indubbie capacità del trio di comporre brani incisivi e variegati e di suonarli con grande padronanza dei propri mezzi, senza paura di esprimersi in code strumentali o accelerazioni solistiche di quando in quando.
Abbiamo poi espedienti diversificati in "Povera Patria" e "Dedicato" dove, come suggerisce la titolazione, dietro al microfono Vincenzo Carraro (anche alla chitarra) canta nella lingua di Dante. Mi permetto proprio in questo frangente la critica: la prova alla voce del musicista veneto non è particolarmente brillante, per quanto sia dotato di ottimi polmoni (come dimostrato nella conclusiva "Lost In Thought", forse la migliore prova dell'intero gruppo in questo platter); contrariamente a quanto accade plettro alla mano, l'interpretazione e l'espressività dei testi sono poco passionali, eccessivamente monocorde e incapaci di dare quel tocco di personalità in più che farebbe del disco un inizio senza sbavature.
Date le premesse si tratta tuttavia di un aspetto che non mina la piacevole esperienza di "Pleasure" nella sua interezza, così come lascia aperte ottime porte per il futuro.

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