venerdì 17 febbraio 2012

PHARAOH - Bury The Light


Informazioni
Gruppo: Pharaoh
Titolo: Bury The Light
Anno: 2012
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Cruz Del Sur
Contatti: myspace.com/pharaohmetal
Autore: Mourning

Tracklist
1. Leave Me Here To Dream
2. The Wolves
3. Castles In The Sky
4. The Year Of The Blizzard
5. The Spider's Thread
6. Cry
7. Graveyard Of Empires
8. Burn With Me
9. In Your Hands
10. The Spider's Thread (Reprise)

DURATA: 48:27

Gli statunitensi Pharaoh guidati dal singer Tim Aymar, uno che stranamente di consensi post-periodo Control Denied ne ha davvero ricevuti pochi a dispetto delle splendide prove fornite e ci si chiede ancora il perché, continuano il sodalizio con la nostrana Cruz Del Sur che aveva pubblicato nel 2011 l'ep celebrativo per la decade d'attività della band intitolato semplicemente "Ten Years" mentre il 2012 porta con sé il lieto annuncio dell'uscita del quarto capitolo in formato full.
"Bury The Light" è ciò che ci si attende da un combo rodato nel quale oltre la figura forse meno nota ma importante ai fini del risultato del bassista Chris Kerns vi sono Chris Black e Matt Johnsen, due che la nomea se la son fatta e buona grazie a progetti quali Dawnbringer, High Spirits e Superchrist.
Avendo una line-up stabile con un cantante di gran classe quale sarebbe potuto essere il risultato se non un buonissimo album di power metal?
A dire il vero perplessità su questi ragazzi non ne ho mai nutrite, non ricordo lavori definibili neanche lontanamente come brutti tra quelli che avevano prodotto, l'approccio con il platter è stato quindi alquanto naturale, come incontrare nuovamente un amico che si conosce bene e del quale si apprezzano le doti quanto i difetti.
Le venature NWOBHM dei classici Priest e Maiden si fondono con l'Us Power, si sfiora in alcuni casi anche il passaggio thrashy che sa tanto di Iced Earth, prendete a esempio "The Wolves", non è però quello il pregio migliore di una tracklist che rende al meglio quando sfodera la sua imponenza e solidità nei mid-tempo granitici della titletrack, nel momento in cui si dilettano in una semi-ballad coinvolgente dal punto di vista emotivo come "The Year Of The Blizzard" e nel mostrare raffinatezza di carattere fermo, deciso nella successiva "The Spider's Thread", basterebbero queste quattro canzoni a spingervi ad acquistare il disco.
È francamente innegabile la bravura di Matt nel creare un riffing vario e incisivo, in qualità di solista poi ha sempre svolto il suo compito in maniera impeccabile, non si è mai complicato la vita come del resto non lo fa Chris dietro le pelli, le soluzioni del drumming sono spesso quelle che ci si attende, trovando però dei discreti incastri e cambi di tempo per apportare quel tanto che basta in dinamica alla proposta che con il supporto costante e in bello stile del basso dell'altro Chris risulta essere alquanto piacevole. Tirando le somme i Pharaoh ne escono ancora una volta a testa alta.
I difetti o pseudo tali si possono relegare esclusivamente a fattori come il gusto personale e a quella sensazione di deja vù ormai impossibile da escludere in qualsiasi lavoro, è assolutamente impossibile da evitare anche se in questo specifico caso le situazioni non si presentano in numero eccessivo, non parliamo di cloni, i Pharaoh hanno una loro propria identità che al pari di tante rende onore al passato e con "Bury The Light" espleta tale compito nella maniera più consona.
Chi segue il mondo Power e il classic in genere un ascolto alla nuova fatica della band di Philadelphia dovrebbe concederlo e confermo l'impressione già esternata poche righe più in su: dopo un paio di passaggi l'acquisto del suddetto potrebbe divenire più di un semplice pensiero.
Costanza, dedizione e qualità, questo sono i Pharaoh.

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